Il Metodo Montessori Nella Scuola Secondaria
Il tema dell’educazione degli adolescenti è ancora più complesso. La Montessori aveva introdotto una vera e propria “questione dell’adolescenza” sottolineando la crucialità della scuola secondaria, non come mero luogo di istruzione ma come il “vero centro” dell’educazione, con effetti sull’intera società. In Italia esistono rarissimi casi di scuole secondarie montessoriane, a fronte della diffusione e del prestigio di cui queste godono a livello internazionale (specialmente in USA, Olanda e Canada). Tuttavia si assiste oggi ad una forte richiesta di metodi educativi, come appunto quello montessoriano, capaci di educare l’adolescente sviluppando in lui non solo abilità cognitive, ma anche personali e sociali (autostima, creatività, auto-educazione), sempre più richieste anche in ambito lavorativo.
Il cenno al mondo del lavoro ci conduce ad un’altra esigenza formativa che è quella di avviare una riflessione sull’applicazione del metodo nelle scuole superiori di 2° grado. Una sfida che si deve affrontare anche nel nostro Paese – dove non ci sono esempi di scuole montessoriane pubbliche – se si vuole convertire le scuole superiori in fucine di cittadini integrati nel proprio contesto sociale, nonché di lavoratori dotati non solo di un sapere nozionistico ma anche di quella “intelligenza emotiva” necessaria per affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione.
In una fase come quella adolescenziale di forte cambiamento dell’alunno (sia fisico che psicologico), si accentua ancor di più il ruolo del docente montessoriano come guida che, focalizzandosi sui bisogni del ragazzo, lo supporta nel passaggio ad adulto attraverso un’educazione dove la lezione frontale si riduce a favore di studi individuali e gruppi di lavori.
Di conseguenza ancora più solida dovrà essere la formazione del docente, comprendente non solo una profonda cultura disciplinare, ma anche una preparazione montessoriana specifica per la scuola secondaria, cui si aggiunge la capacità di lavorare in team secondo un approccio interdisciplinare.
In questo panorama così ricco di sfide, riveste un ruolo centrale, accanto ad una prima formazione di base propedeutica al conseguimento del diploma di differenziazione didattica, la formazione continua, necessaria per arricchire i docenti del proprio bagaglio professionale.